
UCCIDERE PASOLINI
Gallery Galgarte
Salò 2017
Come già si evince dal titolo, l’opera si riferisce al film postumo di Pasolini “Salò o le 120 giornate di Sodoma”.
Nell’opera si vede chiaramente un corpo femminile sospeso da ganci conficcati nella pelle, gli stessi ganci che, nel film, vengono personificati nei quattro poteri opprimenti e terribili: il potere eclesiastico, il potere giuridico, quello di casta e quello economico.
Nella società odierna a questi quattro poteri se ne possono aggiungere altri, anche di forte attualità.
Come lo stesso Pasolini fece nel film, anche in quest’opera il corpo assume una valenza importante: è la carnalità stessa che simboleggia la forza del potere, cioè il totale piegamento dell’ uomo al giogo di uno o più poteri. Chiunque, nella propria vita, può ritrovarsi ad essere piegato sotto la violenza tirannica di un potere che lo rende schiavo.
Ecco allora che, attraverso una primitiva e istintuale tensione alla sopravvivenza l’uomo
Può trovare la forza di resistere a forse anche ribellarsi a questi poteri: sopportare il dolore
E sopportare il potere, fino a raggiungere un equilibrio: sconfinare nella follia o rendere questo potere parte di sé.
In quest’ottica allora chi è schiavo del potere? Chi lo esercita e chi ne è soggiogato?
La foto è stata scattata da Stefano Settanta, presso lo studio VIRGOZ’ (Milano)